Palazzo Collicola Arti Visive

La mostra per Palazzo Collicola Arti Visive parte con le opere nate tra la metà degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, La svolta verso il colore arrivò poco dopo, diciamo nella seconda metà degli anni Ottanta. […] la figura si apriva agli echi di un paesaggio avvolgente, fatto di colori vividi e astratti. Chirico ha deciso, a un certo punto, che l’indagine tautologica attorno al soggetto/artista era terminata. Anche il paesaggio non gli bastava più. Da un certo momento l’autore ha intrapreso il suo close-up sulle mitologie del presente, sui lampi che illuminano l’immaginario collettivo”.
Per “Imago Italica” nuove proposte italiane per una sezione che unisce l’anima del laboratorio con il corpo dinamico delle figurazioni più contemporanee, Marziani ha scelto Mauro Iori e Sergio Russo. La mostra di Mauro Iori si focalizza sullo studio/atelier dell’artista “Il suo è uno spazio di condensazione – racconta Marziani – in cui si accumulano ricordi e oggetti, opere e strumenti lavorativi, sogni e mobili, citazioni e rielaborazioni, brandelli notturni e diurni. Mauro Iori, durante gli anni Novanta, fu tra i primi artisti italiani a usare la tecnologia digitale con competenza linguistica e asciuttezza iconografica. Nel suo processo ibrido mescolava fotografia, disegno, collage e pittura”.
Le opere di Sergio Russo vivono invece spiega Marziani “una relazione privilegiata con il colore, una simbiosi che insegue la vertigine del paesaggio circostante. Ogni tinta si adagia sulle superfici dure, sui materiali grezzi, sugli oggetti tenaci, trasformando la durezza in panneggio plastico, come un’apparizione di sottili stoffe setose. Verdi, arancioni, blu, rosa, gialli… gamme che hanno tonalità ben studiate, mai piatte o nette, che vibrano ai cambi di luce, che richiamano singoli momenti naturali.