Teatro Nuovo Giancarlo Menotti

 

Il Teatro Nuovo (nuovo rispetto al Teatro Caio Melisso, in piazza del Duomo) fu inaugurato il 3 agosto 1864, con l’opera “Guisemberga da Spoleto”, composta appositamente per l’evento dai romani Filippo Sangiorgi (musica) e Girlo d’Orneville (libretto). L’opera, ambientata alla fine del ‘800 dopo Cristo, traspone a Spoleto un fatto che pare sia accaduto a Pavia, pur sempre nell’ambiende dei Longobardi. Tra i personaggi anche Guido I da Spoleto e suo figlio Lamberto, che furono entrambi Re d’Italia e Imperatori del Sacro Romano Impero.

Seguirono, sempre nel periodo della inaugurazione, le opere “Jone” (musica di Errico Petrella, libretto di Giovanni Peruzzini) e “Tosca” (musica di Giacomo Puccini, libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica).

La sua costruzione fu dovuta ad una “colletta” cittadina.
Tutto era iniziato 24 anni prima, con la creazione di una apposita società cui aderirono 78 illustri cittadini, per complessive 91 azioni. Sei anni dopo, nel 1846, il Comune deliberò la costruzione del Nuovo Teatro, stabilendo che dovesse sorgere al centro della città. Venne individuata l’area del soppresso monastero di S. Andrea, con annessa realtiva chiesa, e, prima ancora, una zona delle vaste termae.

Il progetto fu affidato all’architetto Ireneo Aleandri, che realizzò anche lo sferisterio di Macerata e i teatri di Ascoli e di San Severino. Le decorazioni a stucco furono affidate a Luigi Masella (che aveva decorato anche il teatro Agentina ed il teatro Apollo a Roma).
Lavorarono alla progettazione ed alla realizzazione del teatro anche altri illustri artisti come Carlo Bazzani, Carlo Recatini, Eugenio Venier, Francesco Coghetti.

La facciata è preceduta da un portico a tre arcate, che contiene, nelle nicchie, statue di Rossini, Alfieri, Goldoni e Metastasio, donate dal Maestro Menotti.

Il teatro è il più grande dell’Umbria, con un palcoscenico di 25 metri ed una capienza che, tra platea, quattro ordini di palchi e loggione. Ha 280 posti in platea, 320 nei quattro ordini di palchi per un totale di 600 posti. Con il loggione, non sempre usato, si sfiorano gli 800.

Al teatro è annessa una sala concerti, anch’essa progettata dall’Aleandri. Vi trova posto anche un museo creato da Adriano Belli, fondatore nel 1947 del Teatro Lirico Sperimentale.

Il palco è di 29 metri di larghezza per 20,5 di profondità e il boccascena è di 12 metri.

Il sipario storico rappresenta la disfatta di Annibale sotto Spoleto di Francesco Coghetti, ma ne viene unsato uno di colore rosso, per non danneggiare il preziosissimo disegno.

La sala 17 settembre ha stucchi, dorature e dipinti di Giuseppe Masella.

Nel 2004 il teatro Nuovo fu chiuso per imponenti lavori di restauro, e riaperto il 29 giugno 2007, per la “prima” della cinquantesima edizione del Festival.

Nel 2010 il teatro è stato intitolato al Maestro Giancarlo Menotti (1911 – 2007), ideatore e fondatore, nonchè anima, del Festival di Spoleto.

Nativo di Mantova, Menotti scriveva sia la musica che il libretto delle sue opere. Fu un enfant prodige: scrisse la sua prima opera a soli undici anni, nel 1918: La Morte di Pierrot. Dopo la morte del padre si trasferì per studiani negli Stati Uniti, con la madre. Là vinse il premio Pulitzer con “il Console”. Il premio non si poteva consegnare agli stranieri, ma Menotti non voleva riunciare alla cittadinanza italiana, così divenne cittadino statutinetense per un giorno e poi tornò italiano !

Compositore di fama mondiale e parte della storia della musica, diresse anche l’Opera di Roma. Ma il suo cuore si ancorò strettamente a Spoleto, dove possedeva una casa in Piazza del Duomo e dove fu animatore infaticabile di decine di edizioni del SUO Festival.